Dopo 5 mesi di lavori manca ormai poco al completamento della nuova struttura di Via D'Azeglio che, grazie agli accordi stipulati tra Comune e Cooperativa Atipica Onlus sarà presto operativa nel fornire sostegno e spazio a famiglie e minori in difficoltà.
Ecco quindi un breve resoconto del progettista e direttore lavori, architetto Davide Tresoldi di Meda, circa l'andamento del cantiere.
Quali sono state le considerazioni che l'hanno condotta ad ideare questa struttura così particolare?
La scelta progettuale, fin dai primi incontri con la Cooperativa Atipica, è stata chiara e forte al tempo stesso: un edificio che rappresenti il percorso di sviluppo del minore, un percorso definito da setti in cemento armato asimmetrici, che accompagni dentro "l'esperienza" del centro diurno. L'edificio è generato da due volumi in legno "ancorati" alla spina dorsale in cemento armato, staccati da terra per circa 80 cm; questo per renderli evidenti e al tempo stesso proteggerli dal terreno. Le superfici dei due volumi avranno due colori differenti così come saranno ben distinte le funzioni interne: ricreativo/didattica e amministrativo/gestionale (uffici e aree colloqui).
Cosa ci può dire riguardo agli aspetti energetici e ai materiali adoperati?
Le finestrature sono state studiate in base all'orientamento solare: verso sud si trovano le grandi vetrate che forniscono luce agli ambienti più grandi, protette però da schermature passive quali sporti e alberature con foglia caduca.; ad est ed ovest sono invece protette dal sole e dalle intemperie tramite cornici aggettanti.
La compatibilità biologica dei materiali costruttivi è garantita dalla scelta di privilegiare, per la maggior parte dell'edificio, l'utilizzo di materiali naturali (come il legno) e recuperabili come i pavimenti galleggianti in truciolare.
L'isolamento usato in copertura è ecologico in quanto realizzato in lana di legno.
Non solo i materiali, ma anche l'impiantistica è tecnologicamente ecosostenibile: la climatizzazione invernale ed estiva è gestita da pompe di calore aria/acqua, in grado cioè di "rubare" il calore all'aria (anche nei periodi invernali) per trasmetterla all'acqua del sistema di riscaldamento e viceversa nella stagione estiva. La pompa funziona elettricamente, quindi il centro non necessita di allacciamenti alla rete gas, ma solo alla rete elettrica; è prevista inoltre in copertura la predisposizione per un futuro impianto fotovoltaico capace di soddisfare il fabbisogno energetico per la climatizzazione.
La fase di cantierizzazione è stata particolarmente rapida, specie se si confronta con i tempi usualmente lunghi delle opere pubbliche. Scelta preventivata o fortunata combinazione di fattori positivi?
Il cantiere è partito ufficialmente nei primi giorni dello scorso dicembre, a breve distanza dalla stipula della convenzione che impegnava Atipica alla realizzazione e messa in funzione della struttura. Allo stato attuale del cantiere potrei stimare 2/3 settimane alla fine dei lavori, quindi sostanzialmente in linea con il crono programma steso inizialmente.
Posso ritenermi per ora soddisfatto dell'operato delle varie competenze coordinate per la costruzione del centro: le tempistiche di cantiere, salvo fattori meteorologici avversi, sono state rispettate in ogni punto, così come le sovrapposizioni tra le diverse lavorazioni. Anche gli inevitabili contrattempi dovuti alla gestione del cantiere sono stati risolti senza particolare aggravio delle tempistiche di lavoro. Il fine principale, nel rispetto degli standard di qualità richiesti, è sempre stato quello di giungere a mettere in esercizio la struttura nel più breve tempo possibile.
Anche la scelta dei materiali sostenibili, come i pannelli in legno fatti arrivare direttamente da aziende specializzate della provincia di Bolzano, è stata ottimale dal punto di vista della qualità e soprattutto per quanto riguarda la rapidità di costruzione. Queste scelte sono state in gran parte previste in fase progettuale, infatti il ricorso ad elementi prefabbricati, ove possibile, è stato richiesto per consentire una maggiore flessibilità e velocizzazione cantieristica.
Ad un primo bilancio si ritiene soddisfatto o ci sono aspetti che potrebbero essere migliorati?
Sicuramente posso dire di essere nel complesso soddisfatto: la soddisfazione è dovuta sia al fattore tecnologico che l'edificio rappresenta, che a quello relativo all'immagine: devo dire che questa architettura si distingue dal panorama edilizio ordinario per le sue forme e per i colori non convenzionali che a mio parere rappresentano al meglio l'attività "sperimentale" ospitata nel centro diurno.