“L’importanza di fare memoria passa anche
attraverso segni come le Pietre d’Inciampo, simboli tangibili e riconoscibili
che aiutano a ricordare il passato e ci invitano quotidianamente alla
riflessione. Il ricordo di Aurelio Bellotti, così come quello degli altri
Internati Militari Giussanesi che persero la vita nei campi di concentramento
nazisti, è per noi tutti un elemento di richiamo al dramma della guerra e su quali
tragedie può generare l’odio fra popoli”.
Così il Sindaco di Giussano Marco Citterio nel
corso della cerimonia istituzionale che questa mattina, sul viale che conduce
al Municipio, ha visto la posa della pietra d’inciampo in memoria di Aurelio
Bellotti, la seconda posata a Giussano dopo quella che dal 2022 ricorda
Giuseppe Fumagalli.
La cerimonia
ha visto la partecipazione, oltre che del primo cittadino, anche della Giunta
Comunale e di alcuni consiglieri comunali, di una folta delegazione di studenti
delle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio e di don
Giacomo Prandi.
La posa della
Pietra d’inciampo – che precede di poche ore la ricorrenza del Giorno della
Memoria di sabato 27 gennaio – è stata preceduta da un percorso conoscitivo che
l’assessorato alla Cultura ha proposto agli Istituti Comprensivi, incontrando
oltre 500 alunni per spiegare il significato delle stolpersteine, pietre d’inciampo realizzate dall’artista tedesco
Gunter Deming, e il perché Giussano aderisce dal 2021 al Comitato per le Pietre
d’inciampo di Monza e Brianza.
“Sono stati incontri di straordinario
significato, attraverso i quali è stato possibile avvicinare i più giovani alla
storia locale, partendo da una pietra che ricorda un giussanese internato nei
campi di concentramento e mai più tornato – dichiara Sara Citterio, assessore alla Cultura – Tante delle classi incontrate, oggi erano presenti per la posa
ufficiale della pietra d’inciampo: è importante per noi adulti, ma anche per i
più giovani, inciampare nella memoria e incontrare sui propri passi simboli che
aiutino a comprendere i fatti tragici del nostro passato”.